domenica 3 maggio 2009

Ibra risolve fra gli sbadigli: Inter a più dieci


Ibrahimovic-Lazio 2-0. In una serata grigia fa e disfa tutto lui: sigla un eurogol e poi ricama il raddoppio per Muntari. Via libera sulla strada del diciassettesimo scudetto o anticamera di una nuova via crucis nerazzurra? Con i fantasmi del 5 maggio (la disfatta interista per antonomasia firmata, guarda a caso, dalla Lazio) sventolati in faccia a Mourinho da tutta l’Italia? Il verdetto al campo, in questo indecifrabile Inter-Lazio che fornisce un antipasto suggestivo ed enigmatico al trentaquattresimo turno di campionato. Con il Milan spettatore interessato da Catania, dove i rossoneri, a 7 punti dai cugini, scenderanno in campo domani.A Mou per dormire su due guanciali servono tre punti, e il tecnico portoghese, costretto a rinunciare allo squalificato Balotelli, si affida all’inedito tandem Ibrahimovic-Mancini. Rispolverato anche Santon sulla fascia destra. Nella Lazio Delio Rossi vara l’originale tridente Del Nero-Zarate-Rocchi. Centrocampo composto da Brocchi. Ledesma e Matusalem. C’è chi sostiene che la Lazio, la squadra più schizofrenica di questo campionato, non coltivi ormai vere e pressanti motivazioni da qui alla fine della stagione. Lontana dalla zona Uefa, al riparo da qualsiasi brutta sorpresa che possa risucchiarla dalle retrovie, la formazione di Rossi può giocare a mente libera e senza pensieri. E, con la forza della serenità, argina molto bene l’Inter, attaccando i nerazzurri a centrocampo e impedendo alla squadra di Mourinho di esprimere il suo gioco. Gli interisti non riescono a far girare la palla, e si affidano più che altro alle invenzioni estemporanee di Ibra. Buono, viceversa, il palleggio dei biancocelesti, che arrivano spesso dalle parti di Julio Cesar senza riuscire a incidere. Per vedere la prima palla gol bisogna andare al 22’, quando è Ibrahimovic (guarda un po’) a sfiorare il gol con una deviazione aerea su assist vellutato di Figo: palla che sfila di poco a lato. Replica biancoceleste con una sassata su punizione di Kolarov dalla distanza al 27’: Julio Cesar accompagna la sfera che si spegne lemme sul primo palo. Gara che si vivacizza nel finale: Lazio spumeggiante e brillantissima nelle sue rapide combinazioni e verticalizzazioni palla a terra, Inter pericolosa con un assist al bacio di Ibra per la testa di Muntari che da centro area, al 31’, incorna in modo sbilenco. La Lazio però riparte benissimo, e Zarate fa ammattire i difensori nerazzurri: dopo uno slalom travolgente dell’argentino Julio Cesar deve impegnarsi a deviare in corner la sventola dell’attaccante biancoceleste, indirizzata sotto la traversa, al 36’. In conclusione, Lazio migliore sul piano del gioco, inter tecnicamente e agonisticamente rivedibile. Nel secondo tempo Inter sempre compassata, Lazio addirittura arrembante. Al 48’ Kolarov è stoppato magistralmente da Zanetti dopo una lunga sgroppata alle soglie dell’area nerazzurra, poi è Zarate che nell’uno contro uno con Samuel, in una percussione tambureggiante, si lascia indietro il pallone e lo perde sul più bello. Nel vuoto pneumatico del gioco dell’Inter chi è che, con un guizzo isolato, poteva accendere improvvisamente la luce e sbloccare la partita? Naturalmente il “Genio” della lampadina Zlatan. Al 58’ lo svedese, non appena riesce a ritagliarsi un po’ di spazio fra le maglie della difesa ospite, fa tutto da solo: parte palla al piede dalla tre quarti di sinistra, punta due avversari, si accentra verso il dischetto ed esplode un destro spaventoso incrociato indirizzato sul secondo palo. La staffilata trafigge inesorabilmente Muslera, vanamente proteso in tuffo. La partita dell’Inter è tutta qui. O quasi. Ibrahimovic-Lazio 1-0. Tanto che poco dopo lo stesso Ibra, in vena di concessioni nei confronti dei suoi colleghi e di regali per la platea di San Siro, pensa bene di inventarsi pure il raddoppio con il quale congelare la partita. Con un’intuizione folgorante lancia mirabilmente Muntari nello spazio fra tre avversari biancocelesti: il tocco filtrante è da mille e una notte. Facilissimo poi per il ghanese battere Muslera da pochi metri sul primo palo. Raddoppio e tutti a casa. La Lazio non reagisce e si sgonfia, l’Inter amministra e fa accademia. Copione già visto e rivisto dopo che i nerazzurri sbloccano il risultato a San Siro. Il match si fa soporifero e si va avanti per pura forza d'inerzia. Il livello di agonismo sul rettangolo verde è da dopolavoro ferroviario. A testimonianza ed ennesima riprova che nel pallone (e in Italia in particolare) le motivazioni fanno veramente la differenza. C’è il tempo solo per l’ennesimo siluro dalla distanza dell’ingordo Ibra, sventato con bravura in tuffo dall’ottimo Muslera. Poi Tagliavento fischia la fine, mandando in cavalleria un match di cui in pochi si ricorderanno. Ma l’Inter è 90 minuti più vicina al suo tricolore. Con tanti saluti al Milan, che domani dovrà accontentarsi del bel mare di Catania.

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