domenica 12 ottobre 2008

Mourinho anti-recessione... "Mi taglierei lo stipendio"


L'allenatore portoghese al Tg5 parla anche della crisi economica: "Se me lo chiedessero, per il bene di tutti sarei anche disposto a ridurmi lo stipendio". E sui primi mesi in Italia: "Mi mancano di rispetto, ma nessuno mi cambierà"


MILANO, 10 ottobre 2008 - Prima fa il gradasso sui suoi compensi faraonici e fa arrabbiare il presidente Moratti. Poi fa atto di contrizione e dichiara: "Per il bene di tutti sarei anche disposto a tagliarmi lo stipendio". José Mourinho in versione "francescana" al Tg5 risponde così a una domanda sulla situazione economica mondiale. Se la società glielo chiedesse dunque, visti i tempi di crisi che corrono, il portoghese sarebbe anche disposto a ridursi il suo chiacchierato stipendio.
RISPETTO - Mourinho ha poi parlato del "trattamento" ricevuto in questi primi mesi di esperienza su una panchina italiana: "Nel modo in cui si parla di me, mi si manca di rispetto. Ma mi devo adattare. Non cambierò, il calcio italiano non mi cambierà, la società italiana non mi cambierà. E l'ultima cosa che voglio fare io è cambiare qualcosa. Non voglio cambiare niente".
"SPECIAL" ANTIPATICO - E tornando sul tormentone della sua simpatia/antipatia che ha diviso tifosi e addetti ai lavori fin dal suo sbarco in Italia ha precisato ancora una volta: "Antipatico o simpatico per me non è importante. Il vincente dipende dal vostro punto di vista: non conosco ancora bene la vostra cultura. Per esempio in Inghilterra uno che ha vinto in un determinato momento una cosa importante, che è entrato nella storia, questo è un vincente per tutta la vita". Chiosa ironico lo Special One: "Qui sembra che bisogna fare qualcosa di straordinario per meritare il rispetto. Chissà, forse c'è una competizione sulla luna che devo vincere per essere considerato in altro modo".
RELIGIONE - Il tecnico di Setubal ha anche dato qualche spiegazione sul suo ormai famoso bacio a un piccolo crocefisso prima del rigore di Adriano durante l'ultima gara di campionato, Inter-Bologna: "Sono cattolico, ho un'educazione tradizionale, con convinzione e fede - ha spiegato il tecnico -. Quello è stato un momento: Adriano stava tirando il rigore, e me ne sono ricordato. È qua con me, ho bisogno di un aiuto per il 2-0, per stare tranquillo".

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