mercoledì 26 settembre 2007

Serie A - Dimenticare Livorno

A San Siro contro la Sampdoria, la formazione di Mancini ha l'obbligo di riscattare il pareggio ottentuto al Picchi di Livorno nell'ultima giornata di campionato.
Definire difficile il momento dell'Inter e del suo tecnico è un'operazione decisamente semplice, piuttosto complicato è invece calarsi nella testa di Mancini, che nonostante le rassicurazioni presidenziali sulla solidità della sua panchina sa di giocarsi almeno la credibilità contro la Sampdoria, che al di là delle contingenze attuali non è mai, per lui, una partita come le altre.
I risultati non arrivano, il popolo interista vede in lui la principale causa di un avvio di stagione obiettivamente deludente, e allora il Mancio ne ha per tutti: parla di malafede attorno all'Inter, fondando la sua stoccata su una presunta ipersensibilità della critica quando si parla dei nerazzurri, manda un messaggio che sa tanto di avvertimento anche allo staff medico, visto che per la presenza di Chivu sabato all'Olimpico ha praticamente posto un ultimatum e che il recupero di Vieira per la Champions League non appare più così certo, e se la prende anche con Maicon, la cui pedata a Livorno è stata definitia "una sciocchezza ingiustificabile".
Le uniche parole positive sono proprio per la Samp, giudicata squadra combattiva e difficile da superare: in realtà i blucerchiati visti nel derby sono apparsi ancora un po'timidi nel momento di accelerare per fare propria la partita, sensazione testimoniata dal fatto che il Doria, nelle ultime 4 uscite interne fra campionato e Uefa, ha collezionato 4 pareggi.
Chissà se Mazzarri, che al contrario ha vinto 3 gare su 4 lontano da Marassi ma aspetta ancora il primo successo contro Mancini, si lascerà tentare dal fatto che nell'elenco dei 19 convocati interisti compaiono solo 4 difensori di ruolo: anche i numeri consigliano al tecnico blucerchiato di cercare il gol, perché l'Inter in casa segna consecutivamente da 40 partite, anche se ripensare alla stagione scorsa, oggi come oggi, non è il massimo dalle parti di Appiano Gentile.
Stefano Borghi / Eurosport.

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