mercoledì 12 marzo 2008

Moratti inconterà Mancini domani: 'Roberto ci pensava già da Liverpool' - Zenga in attesa di Mourinho?

IL RETROSCENA Così, prima della partita con la Reggina, l'allenatore nerazzurro ha convocato "i fedelissimi" Zanetti e Stankovic confidando quel che aveva in mente. Le "colonne" dello spogliatoio, giurando che nulla sarebbe trapelato di fronte a compagni e addetti ai lavori, hanno cercato di convincerlo a fargli cambiare idea, promettendo comunque grande impegno. Martedì sera, qualche minuto dopo la disfatta contro il Liverpool, l'annuncio a tutta la squadra, nessuno escluso: "Ragazzi, grazie di tutto ma al termine della stagione lascio. Cerchiamo però di vincere quel che è rimasto...". Si dice che queste parole abbiano lasciato indifferente parte del gruppo, con cui da tempo il Mancio non va più d'accordo. Si dice pure che il Mancio avrebbe voluto fare la comunicazione pubblica (alla stampa) in tempi e modi differenti, comunque a freddo. E infati nelle prime interviste del post partita l'argomento non era stato neppure sfiorato.

Cosa è successo, dunque, fra le 22.45 e le 23.15, quando l'allenatore ha dato le dimissioni in sala stampa? A San Siro di spifferi ce ne sono parecchi, e pare che alla richiesta di spiegazioni di Morati sul mancato utilizzo di Figo, l'allenatore non ci abbia visto più. E quello che doveva rimanere un importante segreto da scongelare fra qualche giorno, è stato reso noto in pochi secondi. Anche perché, se è vero che l'Inter potrebbe risparmiare trentatrè milioni euro per il contratto dell'allenatore (11 lordi all'anno per tre stagioni, fino al 2011) è anche vero che il Mancio non sarebbe così matto da lasciare una panchina senza avere la certezza di averne un'altra già a portata di mano. Chelsea o Manchester City (al fianco di Eriksson), senza girarci troppo attorno.

IL FUTURO Ci si chiede cosa possa accadere, così stando le cose. Riuscirà Mancini a convivere per 70 giorni in uno spogliatoio spaccato e incandescente? O Moratti, irritato da questo comportamento, lo inviterà a mettersi da parte subito? La sensazione è che il presidente fosse preparato all'evento, ed anche per questo la ricerca del sostituto forse sarà meno complicata del previsto. Ma in via Durini avrebbero evitato di dar troppa pubblicità alla notizia, che rischia di complicare anche le strategie di mercato dei nerazzurri nei prossimi mesi. Quando Moratti a gennaio contattò Mourinho, infatti, l'allenatore portoghese stilò subito un elenco di nomi perrinforzare la squadra: i "fedelissimi" Carvalho, Deco, Essien, Lampard, e ancora uno fra Drogba e Benzema. Il dubbio resta: Mourinho subito (anche per evitare che si faccia attrarre troppo dalle sirene del Real Madrid o del Barcellona) o Mourinho a giugno? E Mancini resta (con tutti i rischi del caso) o va via? E chi andrebbe subito in panchina? La soluzione più semplice sarebbe quella di affidare la truppa a Mihailovic, ma c'è già chi è pronto ad offrirsi in qualità di traghettatore, come Walter Zenga, "uno che - a detta di Moratti - è un predestinato, e che prima o poi diventerà allenatore dell'Inter". Ma attenzione a non trascurare altre piste: Wenger (già contattato nell'autunno del 2005 da Moratti), Benitez, lo stesso Prandelli (blindatissimo però dalla Fiorentina). Qualcuno sussurra anche il nome di Rijkaard, "perché - dice l'autorevole interlocutore - è pur sempre l'allenatore del Barcellona ed è abituato a convivere con i campioni". Ma il totoallenatore questa volta durerà poco. Statene certi.

di GULIO MOLA - quotidiano.net

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